
Le mie scarpe vintage
Modello Casadei del 1977
In questa foto degli anni '70, Rafaella Carrà indossa scarpe Casadei
MODELLO SUMMER 2011
" che io ho nelle mia collezione"
Mia cugina Oriana ha disegnato e ricamato questi bellissimi campioni di scarpe per la Ditta Casadei di San Mauro.
Scarpe Mary Jane indossate nel 1922 da mia mamma Lina (al centro della foto con la bambola) e le sorelle Giulia e Agostina. Questa scarpa nata come scarpa per bambini diventò famosissima anche per le scarpe da donna negli anni '20.
Sandali calzati da mia mamma Lina negli anni '40.
Salvatore Ferragamo



Io con mia cugina Diana e nell'altra foto mia cugina Oriana e le sue amiche tutte con scarpe decoltè anni '50
LE SCARPETTE ROSSE
Le mie scarpette rosse degli inizi anni '60 rispecchiano la moda del momento: comode con tacco largo.
Il colore ROSSO nelle scarpe apre una parentesi che spazia dal cinema alla fiaba all'impegno sociale:
Marylin Monroe nel film "Gli uomini preferiscono le bionde" con le scarpe rosse che Ferragamo creo per lei
Le scarpette rosse di Dhoroty nel film "Il Mago di OZ" del 1939
Scarpette Rosse film del 1948 tratto dalla fiaba di Hans Cristian Andersen
Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e le scarpe rosse sono divenute ormai il simbolo di questa importante ricorrenza.
Queste scarpette da ballo rosse mi sono state regalate nel 1961 per la mia Comunione da un'amica milanese della mia mamma.
Un regalo stupendo anche perchè furono acquistate nel negozio della Ditta Porselli vicino alla Scala di Milano .
Il nome per antonomasia delle scarpine da ballo italiane e'
quello della ditta fondata a Milano nel 1919 da Eugenio Porselli.
Carla Fracci ne lo Schiaccianoci alla Scala di Milano
Sandali Casadei in raso marrone anni 70. I tacchi sono ricamati a mano con perline e pailettes in disegni gometrici di gran moda in quegli anni.
modelli scarpe anni 70
Queste scarpe della Ditta Casadei sono di vernice verde bottiglia. Hanno la punta quadrata e frange.
Le francesine" sono il modello che più rappresenta la donna : moderna, dinamica, che cerca comodità ed eleganza anche durante i ritmi incalzanti degli impegni quotidiani.
Un pò di storia: Storicamente le scarpe francesine erano le scarpe stringate con lacci che venivano indossate dalle damigelle e dalle popolane ai tempi della Francia rivoluzionaria.
Negli anni '60 il mio babbo tornando da un viaggio ad Istanbul mi portò un caftano e questo bel paio di pantofoline damascate e foderate un seta gialla . La suola è di cuoio e si possono e portare anche fuori casa.
In quegli anni era molto di moda vestirsi all'orientale.
Queste
sono suole progettate per costruire, con delle fasciette di pelle o di
stoffa, i sandali allacciati alla caviglia che negli anni '60
venivano chiamati "alla schiava".
Jacky Onassis anni '70
Nell'Agosto 1979 mia cugina Oriana mi ha regalato questo paio di sandali chanel della Ditta Casadei, in camoscio e nappa rosa , da abbinare al mio vestito da sposa che era di seta rosa.


Negli anni '80 ho indossato le scarpe che presento qui di seguito.
Scarpe molto eleganti per per cerimonie ed eventi particolari.
Dopo molti anni ho indossato di nuovo alcune di queste scarpe sempre bellissime e attuali per occasioni importanti.
Questo decoltè in nappa dorata con una lavorazione intrecciata è firmata Aldrovandi.
La Ditta Aldrovandi dal 1947 produce calzature da donna di altissima
qualità si è sempre distinta sui mercati di tutto il mondo per la
purezza di linea, la squisitezza del particolare e l'ottima qualità
ottenuta da materiali di primissima scelta e dalla lavorazione
artigianale
A Gino Aldrovandi Industriale, Produttore ed ora anche Commerciante sono stati conferiti numerosi premi e riconoscimenti che hanno da una parte sottolineato il suo operato e dall'altra spronato la sua creatività per il raggiungimento di sempre più alti traguardi. Uno per tutti nel
1964:a TORINO - L'Accademia Internazionale della Calzatura gli conferisce l'Oscar per la migliore calzatura femminile.
Questo sandalo della Ditta Casadei è stato ricamato a mano da mia cugina Oriana. Le applicazioni di preziosi swarosky sono cucite sulla tomaia di un materiale innovativo: morbida e leggera maglina di alluminio e profilature di nappa argentata.
Il sandalo di raso nero ricoperto di pailette l'ho indossato più volte nei capodanni o a delle cene particolarmente eleganti.
Questo decoltè con la punta aperta mi è stato regalato negli anni 70. E' in nappa nelle gradazioni del cobalto.
Molto bella la lavorazione ad intreccio nella parte anteriore della scarpa.
Anche questa scarpa è stata indossata anche negli ultimi anni e per una occasione importante:la sfilata dei miei abiti vintage a Cesena nel 2012.
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CAPPELLI
Cappellino di organza nero anni '50
Cappellino in foglie di organza versatile e adatto a tutte le occasioni importati. L'ho acquistato al mercatino vintage di Anto a Cesena.

ORGANZA
Il tessuto organza ha origini antiche,
risalenti al XIV secolo in Asia, dove inizialmente veniva prodotto solo in
seta. Nel corso dei secoli, la produzione di organza si è estesa in tutto il
mondo e il tessuto ha iniziato ad essere prodotto anche con altre fibre, come
il cotone e le fibre sintetiche.
Il termine organza si riferisce ad un tipo di tessuto
leggero e trasparente, composto da fili intrecciati insieme per formare una
trama trasparente. L’organza può essere prodotta con diverse fibre, tra
cui seta, cotone e fibre sintetiche. Questo tessuto è spesso utilizzato per la
creazione di abiti da sera e accessori come sciarpe, stole e cappelli, nonché
per decorazioni per matrimoni e altre occasioni speciali. L’organza si presta
anche a decorazioni di vario tipo, disegni, ricami e pizzi per un look più
elegante e sofisticato.
Per riconoscere l’organza dobbiamo valutare questi
cinque elementi: trasparenza, texture, lucidità, elasticità e struttura.
Trattandosi di un tessuto trasparente, dovresti essere in grado di vedere attraverso
di esso quando viene tenuto controluce. La texture deve essere croccante e
rigida, anche se ci sono delle varianti più morbide e fluide. L’organza ha
inoltre un aspetto lucente e brillante, caratteristica ancora più evidente in
quella di seta. L’organza non è un tessuto elastico, quindi se la stoffa che
hai in mano si allunga e si allarga, non è organza. Infine, l’organza ha una
trama molto fine e regolare, e la struttura del tessuto è uniforme.
FASCINATOR anni '50
Questo Fascinator, in organza di seta nera, è perfetto per eventi e cerimonie. L'ho acquistato al mercatino vintage di Anto a Cesena
Il
fascinator non è altro che un piccolo
cappello, spesso dotato di veletta o decorazioni come fiori o piume, da indossare al
lato della testa, sulle “23”.
Indossato
già alla corte di Maria Antonietta, nel corso tempo è diventato sempre più
iconico, realizzato con colori o applicazioni simboliche. Celebre il caso della
Duchessa del Devonshire,
che progettava copricapi meravigliosamente elaborati nel tentativo di sostenere
Earl Grey nella sua corsa per il Primo Ministro.
In
Inghilterra (e non solo), fa oggi parte degli accessori tradizionali tra cui
scegliere per eventi formali come i matrimoni
o Ascot,
mentre star eccentriche come Lady Gaga si divertono a indossare creazioni
che sfidano la forza di gravità.


CAPPELLO BORSALINO anni 60
Cappello in feltro anni 60 color nocciola con ricami di fiori bianchi.
L'ho acquistato ad una fiera vintage a Forlimpopoli.
Cappello Borsalino
Stile e
origine italiana per questo cappello iconicissimo. È tra i modelli più classici
e amati, in feltro o in pelle, ha la falda dritta di misura media e una fascia
che circonda la cupola. Per un look classico e deciso, à la garçonne.
All’inizio del Novecento il marchio Borsalino è noto in
tutto il mondo per l’impareggiabile qualità dei suoi cappelli in feltro,
destinati a un pubblico maschile. A partire dal 1920 l’azienda avvia la
produzione di eleganti modelli in paglia, seguiti 10 anni più tardi dalle prime
creazioni femminili.Grazie a Hollywood, la Fabbrica dei Sogni, a partire dal
1930 i cappelli Borsalino divengono oggetti di culto planetario.

Rosanna Schiaffino Virna Lisi
Gina Lollobrigida
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CAPPELLO CAPOTE
CAPPELLO VITTORIANO
FINE 1800 INIZIO 1900
Questo cappello capote è il più "datato" della mia collezione.
L'ho acquistato al Mercatino Vintage di
Anto a Cesena.
Cappello capote .
Nella moda ottocentesca, cappellino per donne che ricopriva soltanto
la parte superiore del capo e la nuca, lateralmente chiuso da nastri annodati
sotto la gola.
parte interna del cappello
Cappello da giorno,
realizzato da una base di fili metallici intrecciati tra loro, crine, chiffon di seta e decorato di seta e decorato
da fiori e foglie di seta. Fiocco sul retro.
Via col Vento
CAPPELLO PILLBOX
Anche questo cappello degli anni '50/60 l'ho acquistato da Antonella al Mercatino Vintage di Cesena.
Halston, lo stilista che realizzò il pillbox hat di
Jackie Kennedy
Jackie Kennedy era innamorata di quel cappello a
tamburello, conosciuto in lingua inglese come il pillbox hat. Un accessorio
discreto e declinabile in tantissimi colori, che la First Lady indossava
per ogni occasione, abbinato a diversi tailleur. Ad oggi, l’uso del pillbox hat
è molto limitato (se non del tutto scomparso), tanto che quando si parla di
questo modello di cappello ci si collega immediatamente a Jackie Kennedy.Il primo pillbox hat che indossò la First Lady era
azzurro e lo sfoggiò durante la cerimonia di insediamento di JFK alla Casa
Bianca, un evento di grande risalto a carattere internazionale che si svolse il
20 gennaio 1961

CAPPELLI ANNI '40/'50
cappello e guanti scelti da Michela per servizio fotografico i
Vi presento i cappelli anni '40 e '50 che ho acquistato a Firenze in un mercatino vintage.
In quegli anni il cappello non era un accessorio, era "l'accessorio".
Cappello da cerimonia nero in voile
Cappello da sposa anni '60
Questo è il cappello che indossava mia cugina Diana il giorno del suo matrimonio nel 1961.
I cappelli che vi ho presentato provengono tutti dall'alta moda di Firenze.
Negli anni ’40 sul
viso delle donne scendono velette e reticelle, molto intriganti. Il cappello, o
meglio, il “fascinator”, è semplicemente “ appoggiato “ sul capo.
Grace Kelly
Audrey Hepburn
Cappello di lana cotta color burro con nastro di seta ricamato e fiocco.
Cappello da cerimonia in chiffon color nocciola anni '50.
Mi è stato regalato da una signora di Rimini,
mia conoscente , che lo aveva indossato nel 1958 al matrimonio della sorella.
Cappello di piume per cerimonia. Bellissimo e molto delicato . Anche questo mi è stato donato dalla sig. di Rimini che già mi aveva regalato il precedente cappello.
particolare del cappello
Ho fotografato questo cappello con le piume alla Mostra "Bellissima" nel 2013 
Audrey Hepburn
Simbolico o decorativo che sia, l’abbellimento con le piume è oggi
considerato un vezzo per chi ha provato tutto e, pur di farsi notare, osa un
ornamento dei secoli scorsi. Oggi bellissime realizzazioni sono
quelle dell’atelier parigino Lemarié, che lavora dal 1946 .
CAPPELLINI da BAMBINO anni' 40
Capellino di lana cotta color marrone con visiera e paraorecchie di lana . Rifinito con cordondoncino di cotone arancione.
Cappellino da bambina in velluto blu con rifiniture in raso dello stesso colore.
Cappellino in panno color nocciola con pon-pon e paraorecchie di lana.,
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GUANTI

" Il guanto, a un bottone solo, era piccolo, stretto,allungato; aveva l'atto di una cosa viva: conteneva ancora, per così dire, lo spirito della mano che l'aveva portato un giorno" (parole che Marina trova scritte in un manoscritto in Malombra di Fogazzaro).
E' esattamente quello che sento quando guardo e tocco i guanti della mia collezione.
Guanti di pizzo

Nel corso dei secoli i guanti diventano un accessorio
moda "indispensabile". Vengono declinati in
materiali pregiati, decorati con ricami, o arricchiti con pelliccia.
Verso la metà del 1850 le donne eleganti non escono di casa senza
guanti


In questa foto del 1924 la mia prozia Isabella di Ventimiglia,ha in mano i suoi guanti.Accompagna il figlio alla prima comunione.
Il guanto venne demonizzato durante il ’68, perchè accusato di essere
simbolo della borghesia, di ipocrisia, di rapporti formali e di inutile sfoggio
di ricchezza. Dall’odio, si passava all’indifferenza. Negli anni ’70 la moda apriva
all’individualità e, non più schiava delle regole imposte dall’alto, non
contemplava affatto il guanto che si riprenderà una rivincita negli anni ’80.
Infatti i punks apriranno la strada alle bizzarrie, dando vita ad una assoluta
libertà di scelta: le donne vestiranno le proprie mani secondo il proprio
gusto, senza etichette o regole da seguire.
I guanti lunghi, invece, diventano
un must negli anni 20. Continuano il loro trionfo con le icone
hollywoodiane, come Rita
Hayworth che li sfoggia con un seducente abito aderente strapless
nel film Gilda del 1946. O come Marilyn
Monroe che li indossa con un long dress rosa nella celebre
pellicola del 1953 Gli uomini preferiscono le bionde. O ancora,
come Audrey
Hepburn che in Colazione da Tiffany (1961) li porta con
l’iconico tubino realizzato da Hubert de Givenchy.

Guanti lunghi e fascianti di seta elasticizzata da indossare con i vestiti da sera
Guanti lunghi di pelle bianca di capretto con due bottoni di perla. Questi guanti e le due paia di pelle che seguono mi sono stati regalati da una mia amica . I guanti appartenevano a una sua vecchia zia di Salò sul Lago di Garda che li portava nelle occasioni appropriate negli anni '30.



Anni '60 ,le mie cugine Mirella e Oriana con guanti.

Negli anni '60 i guanti diventarono cortissimi.
Questi guanti bianchi sono di raso elasticizzato nella parte inferiore e di raso traforato sul dorso.
Io sono la seconda bambina in prima fila da destra
Era l'estate del 1960 , ero stata invitata ad un matrimonio e per l'occasione indossavo dei graziozi guantini bianchi .
Bellissimi guanti lunghi in pelle color arancio
Ancora
oggi “i guanti” sono accessorio di tendenza simbolo di eleganza e vanità;
presenza che, a distanza di secoli, rimane a dispetto dei capricci della moda,
indispensabile ed intramontabile anche in tutte le sfilate dei grandi stilisti
contemporanei.
Lady Gaga
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BORSE
La borsa è l’accessorio per eccellenza di ogni donna, nessuna
di noi potrebbe farne a meno: oggetto fondamentale per contenere più o meno la
nostra vita – portafoglio, cellulare, chiavi, trucchi, fazzoletti, agendina,
sciarpa, ballerine o scarpe di salvezza senza tacco – è diventata negli anni un
simbolo della moda.
Esiste addirittura un museo che è stato
completamente dedicato alle borse, il Museo delle Borse di Amsterdam.
Un viaggio attraverso la storia delle borse da donna a partire dal tardo
medioevo fino ai nostri giorni, passando attraverso le forme, i modelli, i
tessuti e i materiali più svariati.
Le mie borse vintage:
Borsa di midollino bianco molto di moda negli anni '60. La borsa l'ho acquistata ad una fiera vintage alcuni anni fa . Allego il certificato di garanzia.
Liz e Burton
Borsa anni '70 ricamata a mano da mia cugina Oriana. Stoffa di canapa, ricami in filo di seta sui toni del marrone, bruciato, giallo e blu. Interno in pelle
Particolare del ricamo
1922 in questa foto
mia zia Giulia ha una
bella borsa ricamata
a mano.
Particolare della borsa
Borsa di piccole dimensioni in pelle di vitello marrone con manici corti .
Manici agganciati con bellissime fibbie di ottone che rendono elegante e particolare la borsa.
Particolare delle fibbie di ottone della borsetta
Borsa "Tosca Blu" modello "baguette" rossa anni '60. Molto originale con chiusura a clip
Tosca Blu, il brand italiano che si distingue per l’innovazione nei modelli delle borse che propone stagione dopo stagione e per la qualità dei materiali, il brand gioca con il colore e con i tessuti, per una donna che ha voglia di osare e mostrarsi sempre glam
Beautycase di mia cugina Diana anni '50 in canapa
bianca e rifiniture e manico di pelle nera .
L'intermo è di seta scozzeze con tante tasche per riporre trucchi e bijou .
All' interno del " coperchio " un grande specchio, utile per il trucco.
Mia cugina Oriana con un'amica
Borsa in pelle nera anni '60 di Gianni Versace.
Borsa"Folly" di pelle di vitello nera con manico corto e chiusura con cerniera anni '70.
Mia cugina Oriana con le sue colleghe
Borsa di pelle di serpente. si puo portare a bustina o a spalla con la catenella. La borsa è degli anni '70.
Piccola borsa rigida in paglia intrecciata con rifiniture e manico in pelle marrone. Si puo portare anche tracolla. Borsa anni '70.
Borsa a busta di midollino nero, anni '60.
Molto elegante ed adatta a tutte le occasioni.
Piccola borsa tracolla in pelle di cavallino maculata con ricami floreali e frange in perline dorate.
particolare del ricamo
Ideata da Mauro Volponi
Piccola borsa di legno artigianale con fiore intagliato fatto a mano.
La storia della borsetta da sera
nasce nella Francia del 700 quando le donne portavano con sé delle
piccole sacche di seta, chiamate reticoli, in cui riponevano l'essenziale.
Questa pochette è di seta ricamata a mano con perline di vetro. La chiusura è una grande spilla a tema floreale. Perfetta per gli abiti anni' 20.

Borsa SILVIAN HEACH a busta molto elegante con fiocchetto di metallo dorato.
Questa borsa in pelle di camoscio , l'ho acquistata e usata nei primi anni '70. E' color azzurro avio con frange di camoscio e manico tracolla. 
Borsa di pelle testa di moro anni 70 a postino con patta ricamata in filo tono su tono. La borsa è stata acquistata a Bologna in un negozio vintage.
Questa piccola borsa in cuoio e stoffa ricorda le faretre del passato. E' una piccola borsa degli anni '50 ed è molto originale
Questa valigetta di vimini l'ho acquistata a Portaportese a Roma. Negli anni '60 erano molto di moda i cestini e le borse di vimini.

Tracollina di pelle dorata Hermes
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