
John Richmond
Lo stilista, da sempre appassionato alla musica rock, riversa questo interesse nelle sue creazioni sartoriali, creando uno stile "street chic". Le collezioni dello stilista britannico sono rivolte sia agli adulti che ai bambini. Le sue due linee principali di abbigliamento sono "John Richmond" e "RICHMOND", comprendente il denim ed il prêt-à-porter. Realizzati completamente in Italia, e diffusi dalla rete distributiva Moschillo, la straordinaria qualità dei capi ha determinato il grande successo del brand sul mercato mondiale. Tale fama ha raggiunto il picco nel 2003, quando con una collezione streetwear, il cui capo d'abbigliamento più venduto fu il jeans a vita bassa con la stampa "RICH" sul retro, spopolò ampiamente tra la gioventù europea.
Molti cantanti si sono affidati a John Richmond, ha vestito infatti star quali: Duran Duran, Bryan Adams, Madonna e Annie Lennox. Negli ultimi anni, il brand sta puntando alla creazione di una rete di negozi monomarca dedicati a tutte le collezioni uomo e donna delle linee Richmond X e Richmond Denim
Pierre Cardin
Dopo l'apprendistato da Christian Dior ed Elsa Schiaparelli fu subito chiaro che Pierre Cardin sarebbe stato non un couturier qualunque ma un innovatore: è del '54 il leggendario abito a bolle, il bubble dress, con la gonna gonfia a palloncino con cui fece scalpore.
In quella stessa decade inventò il pret-a-porter, la moda di abiti chic non sartoriali ma fatti in serie da indossare tutti i giorni.
Nel 1959 fu infatti il primo couturier a lanciare la
moda pronta in una collezione in vendita ai grandi magazzini Printemps a
Parigi. Fu una delle invenzioni del visionario stilista, morto a 98 anni,
e per le quali sarà per sempre nella storia della moda.
Space Age, la sua collezione del 1960 ispirata allo
spazio, nell'epoca della corsa alla luna, con abiti bianchi e forme geometriche
è un secondo storico paragrafo della sua moda. In quella collezione c'è molto
di una moda che ancora oggi tra alti e bassi indossiamo ma fu lui a idearla:
gli abiti cut-out ossia con i tagli, le aderentissime tute catsuit lavorate a
maglia, i pantaloni di pelle attillati e i maglioni con le maniche a
pipistrello. Inoltre già in quegli anni Cardin cominciò la conversione di
ciò che la moda sarebbe stata nel futuro, a cominciare dall'unisex con
gli abiti che prescindono il genere sessuale, davvero una rivoluzione per i
tempi in cui la moda femminile era esaltazione di forme.
Per l'uomo introdusse le giacche da completo senza collo,
l'abito "cilindro" senza colletto che ispirò il primo look dei
Beatles. Ed è sua persino l'invenzione dei pantaloni a sigaretta che
dagli anni '60 sono ancora attuali.
E' stato anche il primo a portare la minigonna in una
passerella di moda e fece scandalo nel '66 con la sua gonna sexy stretta
e con spacco. Nello stesso anno fu il primo a lanciare una collezione
moda per bambini. Nel 1968 ricamò luci su un abito indossato per la prima
volta da Maryse Gaspard, la sua musa: era l'invenzione di un abito cinetico
davvero mai visto prima nella moda.
Del resto il suo debutto era stato nel 1946 disegnando i
fantastici costumi di La belle et la Bete (La Bella e la bestia) dell'artista,
poeta e regista Jean Cocteau che aveva conosciuto a Parigi subito dopo la
Liberazione.
ROCCO BAROCCO
È noto per la ricercatezza dei tessuti broccati e laminati, per i disegni maculati a tigre e leopardo impiegati per abiti, cappotti e giubbotti. Ha sempre esaltato una donna sensuale, ironica e non conformista.
Rocco vestiva una donna vera , una donna che non nasconde la propria morbida sessualità . Riusciva a far vedere non-vedere le gambe da mostrare la sera attraverso spacchi e scollature, con i tacchi altissimi sotto una gonna che si stonda quasi fosse una corolla. Per lui l’eleganza è l’arte di non passare inosservati.
Scollatura sulla schiena con ricamo.
ALESSANDRO DELL’ACQUA- LA CASA N°21
Alessandro Dell’Acqua un designer d’eccellenza. Da 5 anni il suo nuovo brand, N°21, è citato tra le sfilate più “moderne” di Milano insieme a Prada e Gucci. Il lavoro di Alessandro Dell’Acqua nasce negli anni ’90 con un brand che portava il suo nome, circondato da supermodels come Eva Herzigova, Helena Christensen e tante altre icone che hanno raccontato la storia dello stilista appassionato dal color carne, che lo ha fatto diventare un trend tra le donne.Alessandro è un vero stilista, conduce il suo team come nei tempi delle belle case di alta moda romane, dove si respira il disegno, la passione per il tessuto e il vero mestiere del sarto .
INTERVISTA:
D: Perché il numero 21? Cosa significa per te questo numero?
R: Non potendo utilizzare il mio nome ho deciso comunque di voler usare
qualcosa di mio: il 21 è il giorno del mio compleanno, poi ho fatto 2 + 1 = 3
che è il mio numero fortunato. Inoltre il 21, nella tombola napoletana, è la
Donna Nuda, che per me rappresenta anche il color pelle, che ho sempre amato.
Questo era il numero giusto.
ALESSANDRO LEGORA
Lo stile Moschino
Brand fondato nel 1983, è da sempre un mix esplosivo di paradossi, sfide ed eleganza che critica e deride gli eccessi del sistema moda e della società parossistica, immagine degli anni ’80. La società fondata da Franco Moschino, la Moonshadow S.r.l., debuttò con la prima collezione che rappresentava già appieno lo stile Moschino: era ironica, surreale, ingegnosa e perversa. Moschino dichiarò di voler “fermare il sistema moda”, ma, ironia della sorte, il suo successo è stato tanto grande proprio grazie a quel sistema. Teorico della libertà e dell’improvvisazione, Franco Moschino sosteneva di non essere un inventore, ma un “ristorante che cerca di servire quegli ottimi piatti tradizionali, inventati da cuochi sconosciuti”.


L'abito di chiffon di seta doppiato è ricamato a mano con perline e paillettes in piccoli disegni esagonali che ricordano le celle delle api.
Dolce & Gabbana
è una casa di alta moda italiana fondata nel 1985 dagli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana a Legnano. Ha sede a Milano.
Dolce & Gabbana, con il loro stile superfemminile e fantasioso, si distaccarono dalle mode serie e compassate che dominarono la scena per la maggior parte degli anni 90".
collezione D&G 2004
LAURA BIAGIOTTI
Laura Biagiotti (Roma, 4 agosto 1943 – Roma, 26 maggio 2017) è stata una stilista italiana.
Firmò, ancora giovanissima, la sua collezione di prêt-à-porter per Schuberth nel 1966. Collaborò successivamente con altri famosi creatori di moda come Roberto Capucci e Rocco Barocco. Nel 1972, dopo aver fondato l'omonima casa di moda, presentò, a Firenze, la sua prima collezione personale e si impose all'attenzione della stampa e dei compratori di moda per il suo stile straordinariamente femminile. La sua fama rimase legata soprattutto al suo "abito bambola" dalla linea ampia e alle sue creazioni, quasi danzanti attorno al corpo. Dal 1980 viveva al Castello di Marco Simone di Guidonia vicino a Roma, un monumento nazionale dell'XI secolo da lei fatto restaurare insieme al marito Gianni Cigna, deceduto nell'agosto del 1996; dal matrimonio nacque nel 1978 la figlia Lavinia, sua erede nel campo della moda. Importante la sua collezione di arte futurista in particolar modo di opere dell'artista Giacomo Balla e che ha portato alla creazione della "Fondazione Biagiotti Cigna". Morì all'ospedale Sant'Andrea di Roma il 26 maggio 2017 .
VERSACE
Giacca di Gianni Versace di seta a righe bianche e blu. Nel particolare si vede il bottone con il marchio di Versace con il disegno della Medusa stilizzata ed inscritta in un cerchio con bordatura greca, quasi a testimoniare la classicità della sua moda.
Giovanni Maria Versace, detto Gianni (Reggio Calabria, 2 dicembre 1946 – Miami Beach, 15 luglio 1997), è stato uno stilista e imprenditore italiano. Considerato come uno degli stilisti più innovativi ed originali nella storia della moda, è stato il fondatore, nel 1978 dell'omonima casa di moda. Fu assassinato il 15 luglio 1997 dinanzi alla sua abitazione di Miami Beach per motivazioni mai del tutto chiarite.
Uno spirito vivace e una mente sempre pronta a nutrirsi delle suggestioni offerte dal mondo. Gianni Versace è stato uno dei designer più importanti della seconda metà del Novecento, capace di lasciare dietro di sé un’eredità che ancora oggi emerge in ogni creazione mandata in passerella dalla sua maison.
Suggestionato dalla natia Calabria, l’arte dello stilista ha riassunto ispirazioni etrusche, classiche e barocche che hanno trovato un’ottima rappresentazione nell’iconica Medusa, un logo che ammalia al primo sguardo esattamente come le collezioni che conosciamo. Ci sarebbero state anche altre produzioni, se solo due spietati colpi di pistola non lo avessero portato via, in un’improvvisa e tragica giornata di metà luglio del 1997.
Cappotto di Valentino in velluto di seta con cerniera centrale e
quattro bellissimi maxi bottoni. Il cappotto ha il girocollo. Mi è stato regalato da
mia cugina Oriana che lo indossava alla fine degli '70.
Valentino Clemente Ludovico Garavani, noto semplicemente come Valentino (Voghera, 11 maggio 1932), è uno stilista italiano, creatore dell’omonimo marchio.
Il brand Valentino produce abiti di alta moda per uomo e donna, accessori, profumi[ e pret-a-porter ed è da sempre un simbolo di eleganza e raffinatezza made in Italy all'interno del panorama internazionale.
Il colore Rosso Valentino è una particolare sfumatura di rosso creata da Valentino e usata di massima solo per alcuni dei suoi abiti. Si tratta di una tonalità di rosso molto acceso che si colloca tra il carminio, il porpora e il rosso di cadmio, tendente all'arancione ma senza mai diventare davvero arancione. Valentino ha avuto l'ispirazione per questo colore dai vivaci toni cromatici visti durante una vacanza in Spagna. Lo stile delle collezioni Valentino è sempre stato classico ed elegante, emblema di una raffinatezza quasi mai semplice ma che si adatta al corpo che la indossa valorizzandolo e senza mai rubarne l'attenzione. Non mancano i tocchi di stravaganza, abilmente inseriti negli abiti di alta classe, che donano un fascino senza tempo al brand italiano. I capi Valentino sono emblema di lusso e delicatezza.
BASILE
La giacca BASILE anni '80 in fantasia di satin di seta nei toni del marrone. Stretta in vita da un bottone.
Gacchina corta in seta goffrata con fantasia floreale. Abbotonatura sul dietro, scollatura con incrocio sul davanti. Pantaloni morbidi in seta bianca .
Il nome Krizia riprende il titolo dell'ultimo Dialogo incompiuto di Platone (Κριτίας, incentrato sulla vanità femminile).
Alla base di quel fenomeno di costume tout court, più che di “semplice” moda, che è il Made in Italy c’è un manipolo di designer dal talento eccezionale, che si sono imposti da tempo nell’olimpo fashion; ne ha fatto parte, dall’inizio, una signora bergamasca volitiva, dalla tempra d’acciaio e il caschetto con frangia divenuto il tratto distintivo del suo look personalissimo, ossia Maria Mandelli , per tutti Mariuccia, fondatrice e anima creativa di Krizia, con cui ha lasciato un segno indelebile nella storia del prêt-à-porter tricolore.
La miglior definizione della cifra che contraddistingue la moda del marchio la dà, con ogni probabilità, nientemeno che Umberto Eco, quando scrive: “Chi sceglie Krizia, ha scelto un modo di pensare, di presentarsi agli altri, di essere”.
Gianfranco Ferré, noto ai più come l’architetto dello stile, uno dei grandi stilisti del Made in Italy.
Gianfranco Ferrè ha sempre rispettato l’eleganza, e la sua visione di moda non è mai stata inquinata da alcuna forma di ostentazione. Il 1978 è l’anno in cui ha fondato la Gianfranco Ferrè Spa, che pochi anni dopo vedrà una profonda espansione tra moda donna, uomo, accessori, fragranze, prêt-à-porter e couture.
Ferrè amava moltissimo i giovani, ed infatti durante la sua carriera tenne moltissime lezioni di moda nelle migliori università di tutto il mondo, diventando nel 2007 Presidente dell'Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano.
Gianfranco Ferré immaginava e realizzava ogni suo singolo abito come se fosse un progetto, e la camicia in assoluto sarà uno dei tratti distintivi del suo immaginario. Che sia realizzata in taffetà, raso, crepe de chine, organza, o tulle, è ritenuto il capo per eccellenza della maison Ferré. Lo stilista italiano amava che ognuno riuscisse ad interpretare a suo modo la camicia, attribuendo ad essa un’essenza unica e dei significati irripetibili. Oggi a noi restano circa 4000 pezzi d’archivio, nessuno ha difatti continuato il percorso indelebile dell’architetto dello stile. Il brand del Made in Italy Gianfranco Ferré, nonostante non sia più in attività dalla morte del suo fondatore, non scomparirà mai.
l'abito è stato indossato nella mia sfilata del 26 maggio 2012 a Cesena .
Rei Kawakubo
Comme des Garçons
Per Kawakubo «gli abiti sono finiti solo quando qualcuno li indossa». Per questo nel primo negozio che aprì a Tokyo nel 1973 non volle specchi perché «bisognerebbe comprare i vestiti per come ti fanno sentire, non per come ti fanno apparire».
GAI MATTIOLO
Gai Mattiolo nasce a Roma nel 1968; nonostante non abbia mai frequentato nessuna scuola specifica, è da sempre un appassionato di moda, fin da quando è giovanissimo.
Nel 1987, presenta
a Milano la sua prima collezione di prêt -à- Porter.
L’immagine
ironica, colorata e concreta di questa collezione, composta da
abiti sofisticati, ha molto successo fin da subito e rappresenta ancora oggi il
tratto distintivo della sua creatività.
È stato definito “enfant prodige della moda italiana”. Molto sensibile alla ricerca dei dettagli e famoso per la sua passione per i bottoni, che diventano un elemento chiave del suo stile. Anticonvenzionale, Gai seduce la donna con la sua capacità di utilizzare cristalli Swarovski, pietre preziose e la sua eccentricità brillante.
Gai
Mattiolo è il primo e per il momento l’unico ad aver realizzato abiti
sacerdotali per il Pontefice. Non solo, in passato
Mattiolo realizza abiti con fili di platino, migliaia di palle d’oro e la famosissima
“giacca
da 1 milione di dollari”
con smeraldi, rubini e diamanti, che viene indossata da
Naomi Campbell ed è entrata nel “Guinness dei primati” per il suo costo e per la sua unicità.
Tuttavia, il suo obiettivo principale è quello di trovare il giusto equilibrio
tra lusso e Made in Italy.