ABITI OLD STYLE




ABITO IN MACRAME'  ORO anni 70


Abito in macramè in filo oro. Maniche a palloncino  bordo in pizzo. Pailettes dorate.



Dolce e Gabbana



Macramè

 Parole semitiche

ma-cra-mè

Significato Tecnica di tessitura, merletto decorativo eseguito tramite l’intreccio e l’annodatura di fili.

Il macramè è un merletto decorativo prezioso ed articolato, composto da un sistema di intrecci e nodi molto complessi.

Il macramè è una tecnica di tessitura decorativa tipica della cultura araba. La parola macramè deriva dall’arabo māḥrama che significa semplicemente ‘fazzoletto’, forse perché ci si ornavano i bordi dei fazzoletti con cui ci si copriva il capo, sia per uomini che per donne.






ABITO TRAPEZIO  anni 60  
 
Abito " TRAPEZIO" anni 60 con pailettes . Collo all'americana in raso di seta.  
 

 La linea a trapezio: Yves Saint Laurent

Uno dei primi stilisti a captare questa esigenza di modernità delle donne è stato Yves Saint Laurent. Ai tempi  alla guida della maison Dior, nel 1958, debutta con la sua prima collezione, in cui presenta una silhouette fluida sotto cui far scomparire il corpo. Nasce la linea a trapezio.

Sempre Saint Laurent, ma questa volta per la sua etichetta, creerà degli abiti a trapezio destinati a entrare nella storia della  moda: gli abiti Mondrian, ispirati al linguaggio geometrico del pittore.

 ABITO BIANCO LUNGO  anni 60 
 
 
Abito bianco lungo di chiffon  con ricami fatti a mano di perline in vetro grigio. Maniche a campana tipiche degli anni 60
 

 

La manica è un elemento fondamentale della creazione di abiti di moda

Nel 1800, si asseriva che “la moda si riconosce specialmente dalle maniche”. A metà del 1900, veniva ribadito che “la rivoluzione dell’abbigliamento nasce dalla manica”. Questa “parte di indumento maschile o femminile che ricopre il braccio”, può essere lunga, corta, tre quarti, aderente, ampia, a raglan, a chimono, a campana, a palloncino, a sbuffo, arricciata. L'”attaccatura” è sempre stata croce e delizia dei sarti.

Sul finire degli anni ’40, ad esempio, erano lunghe, aderenti, con doppio polso alto e rovesciato o, sopra al gomito, “a fazzoletto” per Christian Dior; a campana fino al gomito, sovrapposte a maniche lunghe bordate di pelliccia per Balmain; con alti polsi di pizzo per Fath; rotonde e “cadenti” con doppio polsino, per Rochas; con drappeggio che dalle spalle raggiunge i polsini ricamati con pietre per Grés; amplissime, a sbuffo, con arricciature al polso per la Schiaparelli; immense, a mantellina, tagliate in un solo pezzo col corpetto per il grande Balenciaga.

Successivamente si sono viste maniche con l’attaccatura che scende fino alla cintura, a tre quarti con incrostazioni di pizzo o velluto, con bottoncini che salgono fino al gomito, con polsini a triple balze di pizzo arricciato o ricamati a punto inglese. Le maniche, che si fanno via via più essenziali, quando non sono del tutto assenti, o sostituite dalle spalline, anche se non sempre le braccia scoperte sono eburnee.

 

ABITO IMPERO VERDE anni 60

Abito Impero con sottoveste in raso di seta e pannelli di chiffon verde muschio e verde salvia. 
 
L'abito è di Chiara Valentini.

 

Chiara Valentini è il cuore e lo spirito di questo Atelier. Curiosa e creativa, disegna personalmente ogni abito.

Trentina di nascita ,ma trasferitasi a Roma ormai da 35 anni. Costumista per il cinema, il teatro e la televisione.

Ha iniziato la sua carriera lavorando come costumista per la RAI, vestendo le “annunciatrici” e le protagoniste di vari programmi televisivi.

Inoltre ha collaborato con la trasmissione “Uno Mattina”, condotto da Antonella Clerici, proponendo in video delle simpatiche lezioni di taglio e cucito.

Nel 1992 inizia la collaborazione con l’Accademia di Costume e Moda, coordinata da Fiamma e Lupo Lanzara, per la realizzazione dei “finalwork” degli studenti.

Nel 1994, proprio vent’anni fa, apre il suo atelier con il brand ChiaraValentiniAtelier. Da allora la sua sede, in Lungotevere della Vittoria 1, diventa un punto di riferimento per tutte le spose che cercano un abito raffinato ed esclusivo, sulle linee guida della moda anni ’50 e dello stile di Audrey Hepburn ,di cui la madre fu la controfigura nel film “Guerra e pace”.




Stile impero (1800–1815)

Con abito impero, o abito in stile impero si intende un particolare tipo di abito da donna. Caratteristica dell'abito impero è la vita molto alta, appena sotto il seno, che scende con una gonna lunga e dritta. Spesso sono dotati di una scollatura molto profonda, di un nastro o una cintura legati sotto il seno. Il modello più tradizionale dell'abito impero è di colore bianco.

Ispirati ai modelli dell'abbigliamento nell'antica Grecia, gli abiti impero entrano a far parte della moda femminile europea, fra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, da Lady Emma Hamilton e dall'imperatrice Giuseppina Bonaparte. L'abito impero segnò un taglio netto con l'opulenza e la sontuosità dei vestiti che avevano caratterizzato la moda femminile del secolo precedente.

L'abito impero è ritornato un capo di moda negli anni sessanta, grazie agli stilisti Givenchy, Dior e Balenciaga] e nuovamente negli anni ottanta grazie alla collezioni di Romeo Gigli.


 
ABITO BLU anni 70 con balze
 

Abito anni 70 in raso blu con balze e pizzi tono su tono, corpino aderente con bretelline.
 
 

 

 

BALZE

Storia. Le balze vengono utilizzate sin dal Rinascimento, epoca in cui servivano a decorare le scollature e i colletti. Nel XVI secolo esse erano applicate sulle gorgiere che caratterizzavano gli abiti eleganti in Spagna. Gli abiti pieghettati sono stati usati in varie occasioni nel corso della storia
 

 
 
 
 
ABITO anni 30 con ROUCHEs
 
Abito nero in voile  modello anni 30  con ricami a mano . Le rouces completano la lunghezza della gonna. L'abito è stato acquistato a Sant'Arcangelo di Romagna al mercaino mensile del vintage.


Rouche: striscia di stoffa arricciata e applicata al bordo di gonne, colli, polsini come decorazione

Rouche è una striscia di stoffa arricciata e applicata al bordo di gonne, colli, come decorazione. Di solito impreziosisce capi femminili, ma non mancano camicie maschili con piccole e discrete rouche.

Le rouches sono uno di quei dettagli moda posti al confine tra vintage e contemporaneità. Su abiti lunghi e vaporosi fanno pensare a vestiti indossati in epoche passate.

 

Abito con rouches sulle spalle in un quadro del 1600
 
 
Abito con cappuccio MAX MARA

Questo abito nero di MaxMara con cappuccio (HODDED DRESS) è in jersey di raso con maniche lunghe è molto elegante .

Max Mara è una casa di moda italiana appartenente alla società privata Max Mara Fashion Group con sede a Reggio Emilia in Italia. L’azienda si occupa di progettazione, produzione e vendita di abbigliamento femminile, specializzata in capispalla è diventata punto di riferimento mondiale[.

Fondata nel 1951 da Achille Maramotti a Reggio Emilia, la casa di moda nasce col nome di Confezioni Maramotti e con l’obiettivo di introdurre il processi industriali americani nella cultura della sartoria europea, creando il pret-à-porter italiano.

L’Hooded Dress affonda le sue radici nell’antichità, come testimoniato dai romani e da Maria Tudor I, che, successivamente, passò anche ad Anna Bolena questa usanza. Il cappuccio, dunque, è da sempre, baluardo di uno status forte e prestigioso, di rapporti subalterni tra regnanti e sottoposti.

La prima apparizione di questo capo risale agli anni ’80 del secolo scorso, in concomitanza della nascita della figura della femme-fatale nella saga di James Bond. Parliamo di Grace Jones, la giamaicana eclettica e androgina che ha segnato un’era con la sua “Libertango”. Non solo musicista e cantante, ma anche modella e attrice, nel 1985 lavora a “007- Bersaglio Mobile”, uno dei film più criticati della saga, ma che nasconde un’intrigante novità: per la prima volta, non c’è una lady ad essere ammaliata dalla spia più famosa del grande schermo, ma è lei a tessere la tela in cui attirare Bond.

 Marta Graham

C’è molto da imparare riguardo gli Hooded Dress, e l’idea di sensualità che mostrano, nonostante vadano a coprire il corpo più di altri capi. È l’idea alla base degli abiti “capuche” disegnati da Yves negli anni ’80. L’ispirazione è arrivata da Martha Graham, ballerina statunitense passata alla storia per la tragicità delle sue esibizioni, e che nel 1930 si esibisce in “Lamentation” in cui, intrappolata in un abito viola aderente ma molto elastico, che lascia libere solo mani, piedi e volto. La scenografia è scarna, essenziale, e tragica: una Madonna moderna, che intrappolata, oscilla ritmicamente nella danza della vita, senza alcuna possibilità di uscita.


Grace Jones

Abito con cappuccio

Storia e simbologia dell'hooded dress, il vestito con cappuccio amato da celeb e designer

Immaginato da Alaïa e Saint Laurent negli anni '80, torna oggi di tendenza su passerelle e red carpet di primavera. Ma qual è il suo significato?

Una volta Grace Jones, oggi Kate Moss, Bella Hadid e Miley Cyrus. In passerella: Ferragamo, Versace e perfino Diesel. Dagli anni '80 ad oggi, l’abito con cappuccio è così: solenne e sexy, falsamente moderato e per questo più intrigante e fascinoso che mai. Perché piace tanto? Perché gioca di ambivalenza, stravolgendo l’austerità dei simboli cui rimanda e alludendo ad una nudità, di fatto fittizia. A firmare l’hooded dress più celebre di tutti è Azzedine Alaïa che sceglie la valchiria Grace Jones per il suo défilé couture, dedicato alla primavera estate dell’’86.

 
Abito grigio anni 60 LE KORE 
 
 Abito corto grigio di voile con fodera di seta , ricamato a mamo con tubini e pailette. Scollatura all'americana con rifinitura di pailette  argento.
 
 LA KORE

A tracciare le nuove coordinate Glam Déco è Andrea Cazzaniga, direttore artistico e anima del marchio, imprenditore capace di coniugare la vocazione Déco-Chic con la visione di mercato e dare vita a un brand dall’identità netta e precisa. Da questa filosofia nacque l’atelier LA KORE, denso di abiti eleganti e leggeri, di maglieria strutturata su cashmere e fibre nobili, di pezzi unici come i blazer e gli abiti da cocktail sensuali ed eleganti. Su questa cultura manifatturiera, Andrea ha costruito un mondo giovane, espressione della mondanità notturna ed esuberante che anima i locali di cui gestiva le comunicazioni negli anni Novanta. LA KORE è un continuo ossimoro: eroticamente bon-ton, dolcemente aggressiva, poeticamente passionale. Gli abiti si distinguono per il fitting perfetto e per una costruzione realizzata nei laboratori italiani: i ricami, densi e complessi, vengono reperiti in India e riportati sulla manifattura made in Italy, per un risultato finale di grandissima qualità ad un prezzo insuperabile.

 

La moda del dopoguerra: le Flapper Girls

Le ragazze alla moda di questi anni hanno capelli tagliati corti che risaltano il collo, cloche sulla testa, sigaretta in bocca e drink in mano. Si vestono con abiti corti con le frange, paillettes, lustrini. Portano tacco medio e chiusura alla caviglia per poter ballare meglio il famoso Charleston o il Fox Trot. Ascoltano jazz e sembrano quasi delle bambole: ombretto alla Smokey eyes, ciglia lunghissime, pelle chiarissima. Labbra e unghie preferibilmente rosse. Sopracciglia quasi inesistenti. Al collo una bella collana di perle. Sono le cosiddette Flapper Girls. Le Flapper Girls cavalcano proprio l’onda degli Anni Ruggenti, che vedono l’interesse sempre maggiore per il jazz e il dadaismo. Sono donne emancipate, donne che lavorano, donne che si vestono in maniera completamente differente dal passato.È questa anche l’epoca di Coco Chanel, che lancia il famoso taglio alla garçonne, famosissimo grazie anche a Louise Brooks







 
 
 
 
 
 
            
Abito color oro scuro CELYN b.
 
Abito di raso di seta color oro scuro metalizzato con il bustino ricamato a mano con pailettes e tubini di vetro.

CELYN b.

Elisabetta Franchi è l’anima della linea CELYN b. Fondatrice e designer del marchio, da sempre  insegue la ricerca del “bello” nel mondo dell’estetica femminile. CELYN b. è in forte espansione e riscuote successo a livello globale, per questo l’azienda decide di umanizzare il brand e rafforzare la propria identità: ELISABETTA FRANCHI CELYN b. diventa il nuovo nome. Nel 2012 Elisabetta Franchi elimina Celyn b. e fa rotta verso l'estero.

Non solo estero nel futuro di Elisabetta Franchi ma anche un piano di durata biennale che la porterà, nel 2012, al cambio di nome e logo. Celyn b. sparirà infatti del tutto per lasciare spazio al nome dell'imprenditrice e designer Elisabetta Franchi. “Voglio che i miei prodotti si identifichino completamente con il mio nome, è importante che abbiano una forte riconoscibilità”, prosegue la Franchi. Prodotti interamente in Italia, ad eccezione dei ricami che vengono fatti in India per abbattere i costi, le collezioni Elisabetta Franchi sono caratterizzate da forme sensuali e ironiche



 


Rita Hayworth


Abito con scollatura all'americana ELISABETTA FRANCHI
 

Abito di chiffon marrone  ricamato a mano con pailettes argentate e strass, scollatura all'americana.

Storia del Brand

Ha riscritto le regole del prêt-à-porter con eleganza, seduzione e inclusività.
Questa è la storia della stilista e imprenditrice Elisabetta Franchi. Una storia virtuosa, tutta italiana, che parla di stile e creatività, del valore delle donne, di impegno nell’ambito della sostenibilità ambientale e sociale.

Nata a Bologna, classe 1968, in una famiglia di origini umili, con poche possibilità ed una sola bambola – Betty – capisce fin da bambina che la sua vocazione è la moda; una visione che si tiene stretta a sé insieme alla sua Betty e che un giorno le permetterà di vestire le donne del mondo.

Il primo atelier   Il legame di Elisabetta Franchi con la moda è iniziato fin da bambina, ed è proseguito lavorando come venditrice imparando a conoscere e ascoltare le clienti, capendone le esigenze.La sua anima sognatrice ma dotata di senso pratico, la porta nel 1995 ad aprire il primo atelier.

1998   Betty Blue SpA   In pochi anni il primo piccolo atelier diventa un’azienda: la Betty Blue SpA, un prodotto prêt-à-porter Made in Italy, artefice di uno stile tutto al femminile.

Nel 2012 la designer sceglie di firmare con il proprio nome le sue creazioni, dando vita all’omonimo marchio ELISABETTA FRANCHI. dalle iniziali di Elisabetta Franchi si ottiene il famoso Monogram che è la sintesi perfetta dell’immagine e dell’identità del brand.

2021  I riconoscimenti   Tra battaglie perse senza mai arrendersi e lotte vinte con sacrificio e dedizione, questi 23 anni di carriera sono stati coronati, nel 2021, con l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “al Merito della Repubblica Italiana” dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il suo costante impegno e dedizione nel lavoro, nello sviluppo dell’azienda e nei confronti dei suoi collaboratori.  Nello stesso anno ha ricevuto il premio Ernst&Young Italia come Imprenditore dell’anno per aver saputo creare valore, con spirito innovativo e visione strategica, contribuendo alla crescita dell’economia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SCOLLO ALL’AMERICANA

È chiamato scollo all’americana quel tipo scollatura, su top o abito o maglietta, che viene allacciata dietro il collo, lasciando completamente scoperte le spalle.

È chiamato all’americana perché è stato molto amato negli Stati Uniti: sin dai tempi del look da spiaggia Anni Quaranta, fino alle modernissime serie televisive.

In origine, questo tipo di scollatura era utilizzata solo per gli indumenti intimi, come i reggiseni e le sottovesti, o per i costumi da bagno (la classica tipologia a triangolo). Lo scollo all'americana era molto diffuso nella moda degli anni Cinquanta, con gli abiti con gonna a ruota.


 
Abito argento NIGHT WAY 

                       Abito in  maglina argentata con scollatura a V in chiffon.

Nightway
Nightway è il marchio dove acquistare abiti indimenticabili! Dagli abiti lunghi fino agli abiti con paillettes, Nightway ha pezzi glamour per ogni tipo di evento
 
  

Storia dell'abito d'argento

Da Barbarella a Kate Moss, il vestito argento come non lo avete mai visto

Nei ruggenti anni Venti le flapper girls avevano, letteralmente, l'argento vivo addosso. Amanti di abiti con le frange e rifiniture di preziose perline, le donne Twenties furono le prime a mettere gli occhi su questa maglia metallica che illuminava il volto all'istante. L'argento diventò popolare grazie anche alle scarpette di Dorothy nel libro Il mago di Oz - nella trasposizione cinematografica sono però di un rosso scarlatto - ma è dal 1968 che siamo consapevoli del potere seduttivo dell'argento e il merito va a Jane Fonda nelle vesti di Barbarella. 


 Barbarella


Barby Armani in abito argento

 
 
 
 
 
Abito nero in voile ADRIANNA PAPELL
 
 

Bell'abito a balze di seta nera e voile con ricami in paillettes azzurre e argento.

Adrianna Papell

Il Gruppo Adrianna Papell, fondato a New York nel 1979, celebra 35 anni vestendo donne di tutte le età e silhouette con i suoi due marchi: Adrianna Papell e Aidan Mattox. Oggi l'azienda è un'azienda globale, disponibile in oltre 20 paesi e con una presenza in quasi 2.000 grandi magazzini e negozi specializzati oltre ai negozi indipendenti internazionali. Adrianna Papell è un marchio di lifestyle il cui focus è la rivelazione della bellezza individuale. Le sue collezioni, note per vestibilità, forma e dettagli artigianali eccezionali, comprendono abiti da sera e da giorno, relativi spezzati, abiti da sposa, calzature e gioielleria raffinata. La filosofia è sempre che non c'è niente di più seducente di una donna che si sente bella, che è il fondamento della nostra dichiarazione di missione "La bellezza rivelata: far sentire speciali ogni momento e ogni donna".

 


                                                                      Dior
 
 
Abito in velluto nero ADRIANNA PAPELL
 
 Abito di velluto nero con sopragonna  in voile con ricami a mano di pailettes.
 
Collezione Armani
 
 

IL VELLUTO

Il velluto: uno dei tessuti più apprezzati. Emblema di ricchezza e preziosità, tante sono le sue varietà. Pochi tessuti accarezzano i nostri sensi con una tale intensità e solleticano la nostra fantasia, narrandoci storie di interni opulenti ed abiti regali: il velluto, con i suoi toni brillanti e la calda sericità, ha questa dote, apprezzata ormai da secoli da stilisti, artisti e amanti del bello in genere. La sua caratteristica principale è quella di presentare sul dritto un pelo rasato e molto fitto Il nome è derivato dal termine latino “vellus”: vello, tosone o mantello, e ben si presta a descriverne la tipica finitura di pelo. Queste differenze vengono accentuate dalle diverse lavorazioni. Tradizionalmente la fibra scelta era la seta, che rendeva il velluto particolarmente lucido e morbido al tatto, ma anche prezioso e delicato (spesso era addirittura arricchito con lamine d’oro o d’argento). In seguito è stato introdotto l’utilizzo del cotone, del lino, della lana e del mohair, che hanno reso il tessuto meno lussuoso, ma più resistente. Recentemente sono stati inoltre sviluppati velluti sintetici (soprattutto in poliestere, acetato, nylon e viscosa).Le prime tracce di questo materiale si perdono in un luogo indefinito lungo la leggendaria “via della seta”, probabilmente nella regione del Kashmir. Nel fashion il velluto torna recentemente al centro dell’attenzione del pubblico nel 1996, quando Gwyneth Paltrow indossa alla serata degli MTV Music Awards un tuxedo in velluto carminio disegnato da Tom Ford per Gucci.

 

 
 
Abito nero con ricami a mano
ADRIANNA PAPELL

Abito nero in seta e voile con scollo a V .L'abito è ricamato a mano con tubini neri di vetro.
 
   

Antologia del tubino nero, il vestito essenziale più famoso di sempre

La sua madrina? Mademoiselle Coco Chanel

Lo ha inventato Gabrielle Chanel negli anni Venti, lei, francese, lo chiamava petite robe noire e così, per coerenza, dovremmo chiamarlo ancora oggi. Ha conosciuto subito un enorme successo grazie a icone legate a immaginari e tematiche di tipo sessuale, scandaloso, socialmente inaccettabile e poi, via via, addolcito da una narrativa del non detto e dell’eleganza che non si poteva negare alla sua vivente ideatrice, è passato dall’atra parte della barricata, al bon-ton, all’impersonale, al jet set.

 Dagli anni Trenta è la “divisa” di Betty Boop, che è uno dei primi sex symbol dell’animazione statunitense, oltre che una flapper (vamp provocante, mangiatrice di uomini, maliziosa e allo stesso tempo sempre sull’orlo di uno svenimento, il cui atterraggio doveva essere tra le braccia di un uomo) e lo porta cortissimo per mostrare la giarrettiera. Poi lo sceglie la divorziata d’America, probabilmente aiutata proprio dall’amica Coco, Wallis Simpson.

La sua più celebre portatrice, Audrey Hepburn, non se ne separerà mai più dopo l’interpretazione della cercatrice di fortuna, Holly Golightly in Colazione da Tiffany.

 
 
Abito anni 60  B. DARLING
 

Mini Abito  con paillettes nere e argento con disegni geometrici.
 
 

Da dove arrivano le paillettes

Le associamo a musicisti rock e serate in discoteca, ma c'erano già nell'Antico Egitto, nella Francia del Re Sole, e negli anni Trenta.

Nelle vetrine dei negozi e nelle passerelle delle sfilate rispuntano di tanto in tanto le paillettes. Di solito vengono associate allo stile degli anni Settanta, in particolare agli abiti da discoteca, ma la loro storia è molto più antica: vestiti con piccoli oggetti luccicanti ricamati sopra erano diffusi sin dall’antichità.

Negli anni Venti le paillettes divennero molto di moda soprattutto sui costumi delle ballerine e sugli abiti da sera. All’epoca le paillettes erano ancora metalliche (oggi sono di plastica) e per questo gli abiti su cui erano cucite pesavano di più rispetto alle loro rivisitazioni contemporanee.

Le paillettes nelle discoteche
Insieme alle strobosfere, alle scarpe con la zeppa e ai pantaloni a zampa, le paillettes erano un elemento immancabile dello stile da discoteca degli anni Settanta. Dalle discoteche passarono ad altri campi della moda, tra cui la tv e il mondo dello spettacolo.

Le sorelle Rowe in abiti di paillettes nel maggio del 1928

Collezion Elisabetta Franchi
                            
 
 
 
 
 
 
Abito con gonna ampia 
VINCE CAMUTO
 
 
Abito da gran sera con gonna ampia in taffetà di seta nera. Il corpino con disegni  e pailettes ricamati a mano. Bellissima cintura al punto vita con strass e swarosky.
 
 
 

Vince Camuto

 

Vince Camuto

John Vincent "Vince" Camuto (4 giugno 1936 - 21 gennaio 2015) è stato un designer americano di calzature femminili e dirigente del settore calzaturiero, noto soprattutto per aver co-fondato il marchio di moda femminile Nine West. Dopo la vendita di Nine West a Jones Apparel Group nel 1999 per 900 milioni di dollari, Camuto è diventato CEO e Chief Creative Officer di una nuova società di moda, Camuto Group, produttrice del marchio Jessica Simpson. Il 10 ottobre 2018, Vince Camuto è stata acquisita da Authentic Brands Group, come parte dell'accordo definitivo della società per l'acquisto di una quota di maggioranza della proprietà intellettuale dei marchi di proprietà di Camuto Group in collaborazione con DSW Inc.

  
Abito di voile di seta nera 
LA PERLA
 

Bellissimo abito nero in seta, voile e lurex con ricami a mano in pailettes e tubini. 


La Perla

La Perla è un'azienda italiana attiva nella moda di lusso, fondata nel 1954 a Bologna dalla sarta Ada Masotti.

Storicamente un marchio di lingerie, La Perla è in seguito entrata nei settori dei costumi da bagno, della biancheria da notte, del prêt-à-porter e accessori. Masotti, esperta nell'arte della corsetteria, ha contribuito a ridefinire la lingerie come accessorio di moda.

 Dal febbraio 2018 è controllata dalla società olandese Sapinda Holding (cambierà poi il nome in Tennor) di proprietà del finanziere tedesco Lars Windhorst

Il nome dell'azienda è ispirato da una scatola foderata in velluto rosso, simile a un cofanetto da gioielliere, in cui erano inserite le prime collezioni. La perla era vista come simbolo di armonia, lusso e femminilità.






 

Abito con scollatura a stola
 MUSANI

Abito in seta per eventi importanti  con scollatura in paillettes argentate  ricamate a mano con rosa centrale.

MUSANI

Un brand fondato nel 1914 a Tripoli dalla famiglia Musani, partita da Livorno per esportare i tessuti che già produceva da generazioni.

Una bottega sartoriale che confezionava abiti su misura e che ha saputo resistere agli eventi che nel secolo scorso hanno rivoluzionato la storia mondiale, aprendo numerosi e rinomati negozi nella capitale libica alla fine degli anni ’50. La famiglia Musani lascerà poi Tripoli nel 1967, portando il brand a Milano.

Per rispondere alle tendenze e alle esigenze di mercato, negli anni ’80 Musani crea la collezione Donna, ancora oggi punto di riferimento per l’abbigliamento femminile da cerimonia. La ricercatezza delle forme, i materiali esclusivi e le trame uniche sono tra i segreti del successo di Musani




Abito bianco a volant  MUSANI


Elegantissimo abito in seta e chiffon tutto a volants . Le bretelline sono di strass.

Volants

Termine della moda usato per indicare sia la striscia di stoffa pieghettata o anche liscia  (tagliata in sbieco o in drittofilo) per guarnizione o rifinitura di abiti femminili, biancheria, ecc.,

Abito con volants è il look sfoggiato dall’attrice  Naomi Watts  sul red carpet  durante la prima serata della manifestazione dedicata al cinema a Venezia nel 2018 


 

 

 

 

 

 

 
 
                    Abito color turchese tiffany                                       BABYONLINEDRESS
 

Abito da cerimonia in seta e voile color Blu Tiffany con elegante ricamo in filo dorato sul corpino.

Il brand nasce nel dicembre del 2011 da un'idea del founder Mauro Senatore con l'intento di fornire alle future spose un servizio sartoriale di primissimo livello ad un prezzo accessibile a tutti. Ad oggi  il brand  spicca nel panorama del matrimonio in Italia come una delle aziende più premiate nel settore degli abiti da sposa cerimonia.
 


 


 

 

 

 

Blu Tiffany


 

 

Il blu Tiffany è la varietà di colore blu associata all'azienda statunitense Tiffany & Co.

 In alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti, tale colore, utilizzato da Tiffany per le confezioni dei gioielli, è un marchio registrato.

Il colore è una varietà di blu personalizzata, realizzata da Pantone, con spazio dei colori PMS 1837, numero che trae origine dall'anno di fondazione di Tiffany. 

 

Abito color oro DAMIANOU


 Questo abito è di pizzo lavorato con cordoncino dorato, molto elegante indicato per occasioni importanti.

Damianou noto per il suo uso di tessuti insoliti e "innovativi" abbinati a modelli eleganti con un focus su una vestibilità perfetta e una lavorazione impeccabile. Damianou è noto per i tessuti raffinati, l'eleganza senza tempo e la qualità superba. 

 






 


 

 

 

 

 


 

 E' stato indossato da mia figlia nel 2020 al Moulin Rouge di Parigi
 

 

   Camicetta e gonna in pizzo bianco SAYAD

 

Questo bellissimo abito di pizzo finissimo anni '70  formato da una camicia con collo alto e gonna ampia arricciata alla vita l'ho acquistato a Cesena  nella bancarella del vintage  di Antonella.