Collo scialle all’Americana
Collo scialle, questo tipo di collo lo si può mettere in una giacca, in un cappotto, in un abito, dandogli l’ampiezza desiderata, arrotondando le punte, oppure allungandole, insomma anche nei colli ci si può sbizzarrire, mantenendo la base, ma con la fantasia modificando alcune parti. Si possono, ad esempio, modificarne i bordi, con un pizzo o dei profili. Il collo è assai importante in un capo, può stravolgerlo o diventare il punto di forza.
Il collo scialle, prende il nome dallo scialle e cioè dall’accessorio di forma rettangolare o triangolare che si usa per coprire le spalle, anch’esso è piuttosto ampio e ricorda in qualche modo questo accessorio. Può avere forma rettangolare o triangolare, oppure arrotondata.
Di solito è sempre piuttosto ampio.
La scollatura e tutta la gonna a ruota sono intagliate e ricamate con filo di cotone di seta bianco.
KETINA


ABITO GIALLO ANNI 20
Abito modello anni 20 in seta. Ricamo a mano con pizzo nell'orlo e nel decoltè.
ABITI ANNI 20
La rivoluzione riflessa nell’abbigliamento dell’epoca
Il periodo che va dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino agli anni Trenta è di solito definito come I Ruggenti anni ’20. Questo può già spiegare l’enorme cambiamento che la società subisce, in particolare per quanto riguarda l’universo femminile e la moda anni ’20.
La libertà che le donne ora respirano è
riflessa perfettamente nella moda anni ’20, e gli stilisti prendono al
balzo l’occasione di poter creare vestiti con materiali più colorati e leggeri,
andando a diminuire forme di costrizione, come corsetti e bustini, tipici
dell’era vittoriana.
I vestiti anni ’20 si accorciano moltissimo e si iniziano a utilizzare le prime stoffe sintetiche, a causa anche della scarsità di materiali durante la Grande Guerra. Gli abiti su misura sono sostituiti da abiti già pronti, acquistabili nei primi mall o per posta tramite catalogo. E’ indubbia la grande influenza di un nuovo genere musicale proveniente dagli USA: il jazz. Le ragazze che frequentano i locali dove si suona il jazz indossano abiti corti e sfrangiati e sono chiamate Flappers. Fumano in pubblico, portano i capelli corti (il taglio Bob), a volte indossano abiti maschili (à la garçonne) e godono di una spregiudicatezza mai vista prima. Icona tipica della moda anni ’20.
Per il giorno l’abito anni ’20 più in voga è di taglio dritto con linee morbide, l’antenato del tubino, con orlo che arriva al ginocchio, presentato già nel 1916 dalle stiliste Lanvin e Chanel. La particolarità di questi vestiti è data dall’abbassarsi della cintura rispetto alla linea della vita naturale; si usano cinture su tuniche messe molto più basse, sui fianchi, o sono proprio delle finte cinture cucite sempre basse.
Un grande classico tra i vestiti anni ’20 nasce dal genio di Coco Chanel.ABITO PALLONCINO color miele
Questo abito da cerimonia con la gonna a palloncino è in raso e chiffon di un bellissimo color miele.
La gonna a palloncino fu presentata nel 1958 dallo stilista spagnolo Cristobal Belenciaga.
La moda di Balenciaga è ricordata come
estremamente innovativa: fu proprio Cristòbal il primo a disegnare le camicie a
blusa, gli abiti a tunica e le forme a uovo che volontariamente non mettevano
in risalto il punto vita. Plasmava le forme e giocava con i volumi.
ABITO DA COCKTAIL ROSSO
Abito rosso valentino di raso e chiffon con vita alta illuminata da una cintura di swarovski. Scollatura a V anche sulla schiena.
Un abito da cocktail è un abito da donna indossato durante occasioni semi-formali.
Prima degli anni cinquanta questo tipo di abbigliamento veniva definito da tardo pomeriggio. A partire dagli anni ottanta si è cominciato a descrivere un abito come da cocktail sulla base non tanto della sua lunghezza, quanto della sua sontuosità.
La storia di come è nato l'abito da cocktail è affascinante .
Agli inizi degli anni '20, negli Stati Uniti esisteva un divieto a livello nazionale sulle bevande alcoliche. Prima di quel tempo (vale a dire prima del divieto universale), alle donne non era permesso di bere in pubblico. Tuttavia, finirono per giocare un ruolo importante nelle attività di contrabbando, che a loro volta portarono al riconoscimento della "donna che beveva". I cocktail party richiedevano abiti comodi e funzionali, qualcosa che potesse essere facilmente "avvicinabile" (no quindi ad ampie gonne a ruota), ma abbastanza elegante da impressionare o trasmettere uno status (se, per esempio, una donna si mescolava tra suo marito e i suoi clienti). Così è nato il primo abito da cocktail.
Rosso Valentino Abiti cocktail anni '60
CAMICETTA ANNI '50
J.H. Originals
Camicetta
anni '50 di seta bianca operata con colletto
sciallatto di tulle rifinito con una rosa dello stesso tessuto. Bottoni
gioiello.
Matrimonio di Wallis Simpson con EdoardoVIII d'Inghilterra
ABITO CON STAMPA FLOREALE
Abito lungo stampa floreale di raso con scollatura a barchetta
Vestiti floreali: storia, tipologie e tendenze
Dai modelli maxi con gonne lunghe e vaporose a quelli corti e aderenti, i vestiti floreali sono gli abiti colorati di tendenza da indossare in ogni occasione. Tra i modelli iconici del passato e quelli innovativi presentati sulle passerelle, sono tanti le tipologie da scegliere per ogni esigenza
Da sempre i fiori sono l’immagine della vita: emblema della rinascita del ciclo stagionale, simbolo di gioia e di lutto, di amore terreno e celeste. Attraverso il potere evocativo degli abiti, le stampe floreali, grazie all’elaborazione concettuale da parte degli stilisti, ritrovano oggi l’aura mitica delle epoche perdute.
ABITO BLU IN CHIFFON
Questo abito di Chiffon di seta blu ricamato a mano si rifà agli abito dei prini anni 20, gli anni della belle E'poque e del charleston .
ABITO NERO CON ROUCHES
Abito di chiffon nero con rouches.
Rouche è una striscia di stoffa arricciata e applicata al bordo di gonne, colli, polsini come decorazione. Di solito impreziosisce capi femminili, ma non mancano camicie maschili con piccole e discrete rouche.
ABITO A FIORI DI VOILE
Abito di voile nero con rose fucsia con sottoveste di raso di seta nero.
Tubino nero lungo in Jersey laminato nel bustino, gonna a portafoglio.
Il tubino fu inventato nel 1926 dalla stilista Coco Chanel col nome di Petite robe noire (vestitino nero), e con l'intenzione di creare un abito adatto per qualunque occasione. La popolarità del capo aumentò negli anni sessanta dopo che Audrey Hepburn lo indossò nel celebre film Colazione da Tiffany.Lo ha inventato Gabrielle Chanel negli anni Venti, lei, francese, lo chiamava petite robe noire e così, per coerenza, dovremmo chiamarlo ancora oggi. Ha conosciuto subito un enorme successo grazie a icone legate a immaginari e tematiche di tipo sessuale, scandaloso, socialmente inaccettabile e poi, via via, addolcito da una narrativa del non detto e dell’eleganza che non si poteva negare alla sua vivente ideatrice, è passato dall’atra parte della barricata, al bon-ton, all’impersonale, al jet set.
Marilyn Monroe
ABITO IMPERO
Questo abito di "chiffon" viola stile impero con balze, mi è stato regalato da una elegante signora di nome Tatiana che negli anni '60, a Firenze, lo indossava quando si recava a Teatro. E' stato cucito su misura da una sarta di Firenze.
Qui lo indossa mia figlia
ABITO DA SPOSA con cintura ricamata
Abito da sposa di jersey di seta con cintura ricamata a mano con perle
abiti di Vivienne Westwood
particolare del vestito
GONNA DA CERIMONIA
Il secondo dopoguerra È dal secondo dopoguerra che la gonna iniziò ad avere le caratteristiche dell'indumento come lo conosciamo noi. Dior rivoluzionò la storia nel 1947 con il New Look, un completo costituito da una gonna molto ampia, a corolla e a pieghe, molto simile a un fiore. In contrapposizione a questa versione della donna, Coco Chanel, nel 1954, creò il “tailleur chanel”, il completo con giacca e gonna dello stesso colore che rendevano la donna nuovamente agile e libera di muoversi senza rovinare i propri abiti.
Gli anni 1960 Gli anni 1960 furono anni pieni di contestazioni e di libertà, la beat generation lottava contro il conformismo e le donne chiedevano sempre più diritti e lottavano per averli. Durante questi anni avvenne la creazione di uno degli indumenti più discussi del nostro secolo: la minigonna. Mary Quant è la creatrice di questo capo d'abbigliamento Negli stessi anni nasce la cultura hippy e le donne adottarono gonne lunghe, morbide e decorate con arricciature e frange, indossate dai popoli africani, indiani e messicani. Anche i patchwork e le imperfezioni delle stampe artigianali rendevano queste gonne uniche e controcorrente.
Gli anni 1970 e successivi Negli anni 1970 la gonna passò in secondo piano e si diffuse uno stile unisex, nel quale i jeans la facevano da padrone. La gonna veniva indossata solo dalle donne in carriera.
Nella cultura occidentale, la gonna è un tipico indumento femminile e di solito riservato alle donne. Esistono comunque delle eccezioni, come il kilt scozzese, tradizionalmente maschile, nonché gonne per uomini presentate negli ultimi anni da alcuni stilisti.

Il pizzo è un tessuto leggero, prezioso e ornato, frutto della costruzione di un intreccio nel vuoto. Il pizzo è antico e italiano. I più preziosi venivano fatti a Venezia, nell’isola di Burano, per la gioia di importanti prelati e reali di tutta Europa sin dal Medioevo seduzione e tradizione. Dolce &Gabbana ricordano il pizzo della loro infanzia, Per questo lo presentano sempre nelle loro collezioni e nei loro accessori, facendone un dettaglio protagonista, essenza del loro DNA. Sapore italiano.
La jumpsuit è un capo monopezzo aderente . Era stata creata nel 1919 per i paracadutisti per, ebbene si, saltare (jump) dagli aerei. La jumpsuit è apparsa per la prima volta su Vogue nel settembre del 1964. Nella storia del costume mondiale ne ha fatta di strada e ora si declina dalla mattina alla sera. Negli anni ’50 conquista le dive hollywoodiane. Nei ’70 arriva sui palchi indossata da rockstar come David Bowie e Cher.


a Venezia Casa Fortuny, abito Delphos
Fortuny morì all'età di 78 anni nel suo palazzo veneziano, che fu poi nel 1956 donato dalla vedova, Henriette Negrin, alla città di Venezia. Il palazzo ospita oggi il Museo Fortuny.
Questo abito anni '70 è di chiffon ed è interamente ricamato a mano con tubini di vetro. Bellissima la gradazione di verdi della stoffa.La scollatura è diritta senza spalline. Questo tipo di scollatura fa risaltare la parte alta del seno. È una scollatura perfetta per le donne con spalle e braccia minute.




Il pizzo, finemente lavorato, ricopre le spalle con un effetto nude-look.
All'interno ha un bustino tutto in seta con leggere stecche che lo modellano.
David Fielden è una azienda di moda britannica che produce abiti da sera e da sposa per donna.Fielden utilizza molti tessuti tradizionali per abiti da sera nelle sue collezioni, come crêpe, velluto, chiffon e georgette. I tessuti ricamati, i tessuti che utilizzano perline a tromba, paillettes e pietre finte sono popolari come il pizzo, specialmente importato dalla Francia.Fielden creò una fedele banda di seguaci quando aveva un negozio in King's Road a Londra negli anni '80.
Fielden è anche noto per l'uso ricorrente di rasi dai colori vivaci nei suoi abiti da sera.
ABITO NERO ANNI' 50 CON SCOLLO DI RASO BIANCO
Abito in finissima seta rosa con scollatura a V. Intarsi di pizzo alle maniche a farfalla. Abito modello anni '40.


Abito nero di taffettà anni '80. Le maniche sono di pizzo e tulle. scollatura quadrata e gonna con volant.
A Parigi mostra di Blenciaga di modelli in taffettà nero

matrimonio di Brigitte Nielsen con Stallone nel 1985






Watters and Watters Bridesmaids si ispira alla bellezza e al romanticismo del giorno del matrimonio.La collezione da sposa, Watters veste con tessuti splendidi e preziosi.Con 30 anni di esperienza nella progettazione di abiti, Vatana Watters ha un talento per anticipare le ultime tendenze nuziali. Le sue creazioni sono rinomate per il loro stile etereo, e sorprendente.

Questo abito rosso di tulle è stato il primo ad entrare nella mia collezione.
L’ho visto a Bologna nel mercato della Montagnola me ne sono innamorata e… l’ho comprato e da quel giorno è iniziata la mia collezione.
L’ho indossato ad un mio compleanno. Questo abito è stato poi indossato da una delle presentatrici nella sfilata svolta all’Istituto Macrelli nel 2005.

e spalline di voile.
L’abito è stato indossato nella sfilata dell’Istituto Macrelli nel 2005.
